di Lello Vaccaro
Nelle ultime 24 ore si sono susseguiti i soliti commenti dei con e dei contro rispetto al Gp di Misano dove Enea Bastianini ha conquistato la vittoria a poche curve dalla fine, dopo un sorpasso al limite su Jorge Martin, che fino a quel momento aveva condotto in testa. La mia riflessione si divide in due considerazioni, la prima è che sarei stato curioso di invertire le parti e vedere cosa sarebbe successo se a spingere fuori pista Bastianini fosse stato Martin. Sono sorpassi che oggi si tollerano (sembra) eppure quando sono i nostri piloti a subirli saltiamo tutti “dal divano” ma quando sono gli italiani a rendersi protagonisti allora va be’…sono le corse. Su questi episodi io ho una mia idea, che può essere o meno condivisibile e cioè che se il sorpasso è pulito e magari c’è il contatto va bene ma se mi passi appoggiandoti per non andare lungo (nonostante ciò Enea è andato sulla parte blu della pista) buttandomi fuori allora la manovra per me non è corretta. Non non è stata neanche investigata, proprio come successo in passato ed è questo che ha spinto Bastianini e forse spingerà Martin o chicchessia in futuro, a sportellare gli altri. L’ho affermato tutte le volte che ho visto episodi del genere, senza remore verso nessuna nazionalità dei piloti, la stessa nazionalità che oggi crea fazioni da stadio anche in circuito. Del resto sono gli stessi piloti del nord che in qualche occasione hanno denigrato quelli del sud quindi figuriamoci contro avversari stranieri più forti. Ma questo è un altro discorso.
La seconda riflessione è più una considerazione fatta dopo aver visto le reazioni di Martin nel dopo gara. C’è stato subito il disappunto per aver subìto un sorpasso così poco pulito e il gesto dell’ombrello alla bandiera a scacchi mi ha fatto temere ad una lite immediata. Invece Jorge mi ha stupito andando subito a fare i complimenti ad Enea e poi accettando la “sconfitta” con estrema maturità. Sono convinto che Martin abbia raggiunto il culmine della sua maturazione tecnica e mentale ed è assolutamente pronto e meritevole di vincere questo mondiale. In lui è scattata la consapevolezza che probabilmente questa è l’annata giusta e forse l’unica per vincere il titolo. La sua guida e le sue reazioni dopo gara sono del tutto motivate da uno spirito conservatore, perchè sa che ogni punto è prezioso in questa stagione. La stessa stagione che lo ha visto (a parer mio) ingiustamente spodestato dalla Ducati ufficiale e l’anno prossimo (anche se in Aprilia sembrano aver ritrovato la quadra) sarà di certo più complicato lottare per il titolo.