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BMW G 650 X-Challenge 2007, la tedesca dopata!

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di Giuseppe Irrera

Una sfortunata serie di coincidenze ci ha portati a provare la BMW G 650 X-Challenge moto personale di Lello Vaccaro, popolare conduttore televisivo partenopeo e pilota amatoriale di Off Road.

LA PARTE DELL’OCCHIO Di Vaccaro si può dire tutto, ma per le moto ha gusto e la veste grafica Hyena definitiva della sua BMW è al livello delle migliori race replica. Persino la linea della moto, che nella colorazione a tinta unita appare spigolosa e sgraziata, acquista un senso. Il prezioso mono Ohlins che ha sostituito il Continental ad aria di serie e lo scarico LeoVince aggiungono quel tocco tecnico che non guasta mai.

IN SELLA Ma è davvero una BMW? La sella stretta e lunga da cross è piatta ed ha un ottimo rivestimento antiscivolo, ma l’imbottitura non è prevista ed anche se non è un vero e proprio strumento di tortura, la G 650 X-Challenge non sembra certo la moto ideale su cui passare tante ore. Il manubrio largo (non larghissimo) da alla moto una maneggevolezza di riferimento e se è più basso delle nostre aspettative, siamo davanti alla moto personale di un pilota, settata per il suo stile di guida. Noi che siamo abituati ad un certo ingombro tra le gambe, viviamo con stupore l’assenza del serbatoio, che la casa ha spostato sotto la sella per migliorare la maneggevolezza.

SU STRADA La parte migliore della moto però è il motore, un rabbioso monocilindrico raffreddato a liquido da 53 CV che parte a razzo, ma ha nei medi regimi il suo punto di forza. Vibrazioni? Aggressive come l’adrenalinico sound dello scarico sportivo after market, ma il progetto della BMW era di mettere su strada una vera dual, 60% race e 40% street legal, quindi se avesse avuto il motore morbido saremmo rimasti delusi. A secco pesa 144 Kg ed è frenata da ottimi freni Brembo, limitati dalla poca aderenza su asfalto degli pneumatici tassellati Michelin Anakee Wild, che però sullo sterrato danno grande sicurezza. Strana la scelta dell’assetto, con la forcella medio-morbida curata da DS Racing ed il posteriore rigido, ma ancora una volta siamo davanti alle preferenze di un pilota che non siamo noi. In ogni caso il mono Ohlins ha ampie possibilità di regolazione. IN CONCLUSIONE Chi collega il marchio BMW a moto da passeggio, legate più che altro all’apparenza e premiate da una clientela alto-borghese, spesso poco alfabetizzata in campo motociclistico, probabilmente ha ragione. Solo questo spiega lo scarso successo della serie G650X, che dopo un piccolo boom iniziale, è finita nel dimenticatoio: moto troppo essenziali e genuine per piacere ai BMWisti. Queste perle rare sono ora sul mercato dell’usato, dove motociclisti competenti le potranno comprare a prezzi molto al di sotto delle loro potenzialità.

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