colanninoDa Yesterbike

Sul numero di Motociclismo in edicola (quello uscito i primi di novembre) c’è un editoriale al vetriolo a firma di Massimo Bacchetti, uno dei fratelli editori dello storico mensile. In questo articolo Bacchetti va giù duro con Roberto Colaninno, soprannominato il Ragioniere, patron del Gruppo Piaggio. Oltre a citare frasi di un articolo (pesante) pubblicato il 14 ottobre sul Corriere della Sera, riprende anche un altrettanto duro attacco, entrambi riferiti all’’Alitalia, del principe della satira Maurizio Crozza in uno dei suoi “Crozza nel Paese delle Meraviglie”. Invece il giornalista-editore di Motociclismo ha posto l’’accento soprattutto sul Gruppo di industrie motociclistiche che fanno capo a Colaninno sostenendo, tra l’’altro, che «i cassetti pieni di progetti trovati dal Ragioniere subito dopo la conquista di Piaggio e Aprilia sono da tempo vuoti e nessuno ha idee nuove … il supporto di un “cerchio magico” di amici che vive, opera e fa affari all’’ombra della tessera n° 1 del Partito democratico italiano, non è più utile nel momento in cui per sopravvivere bisogna dimostrare di essere dei veri industriali capaci di contrastare la crisi con idee e innovazione»

Ed ecco il finale col botto a chiusura dell’’articolo: «Noi non sappiamo se Roberto Colaninno è colpevole della crisi di Alitalia, sappiamo per certo che è molto alta la sua responsabilità nella crisi che sta attanagliando il mondo delle due e tre ruote». L’editoriale era parzialmente annunciato sulla copertina del mensile con un titoletto non meno delicato ovvero: “Aprilia che brutta fine hai fatto”. Questo articolo e le possibili reazioni di Colaninno all’Eicma di Milano era uno degli argomenti più gettonati nella hit parade del gossip tra manager e addetti stampa delle case motociclistiche. Sembra infatti che Roberto Colaninno non abbia affatto preso a ridere quanto ha letto e sono in molti a pensare che la vicenda potrebbe avere strascichi giudiziari da parte di un Ragioniere assai in… beh evitiamo volgarità quindi diciamo in… dispettito. Vedremo.