Quando si va ai distributori di benzina, si rimane sempre colpiti dai prezzi sempre crescenti dei carburanti. Le tariffe non sembrano abbassarsi, e i rincari si susseguono uno dopo l’altro. Se poi si pensa che ogni gestore applica prezzi diversi e sconti particolari, la situazione si complica ulteriormente. Ma come si compone il prezzo finale del carburante per la nostra auto, e quali sono i fattori che lo influenzano?

In linea generale, il costo della benzina dipende dal valore del petrolio greggio. L’agenzia Platts, che si trova a Londra, si occupa di indicare quotidianamente il prezzo a cui è possibile acquistare (in dollari americani) un barile di petrolio non raffinato. Su questo valore medio si basano tutti gli acquisti da parte delle raffinerie. Purtroppo, il prezzo è tutt’altro che stabile, e anzi oscilla quotidianamente per una miriade di fattori. I più importanti sono di natura geopolitica, e fanno riferimento alla situazione nei paesi esportatori di petrolio. Sanzioni, scelte politiche o strategie internazionali possono influire pesantemente sul prezzo della materia prima. Senza contare che anche il tasso di cambio dollaro/euro può contribuire alle variazioni di prezzo finale.

L’altro fattore che influenza i costi di rifornimenti degli automobilisti è dato dalla tassazione. Questa varia da paese a paese. In media, in Europa le tasse rappresentano circa il 60% del costo totale della benzina (e solo il 23% di quello del metano). 

In Italia, le tasse applicate si dividono in IVA (al 22%) e in accise. Queste sono imposte applicate per sovvenzionare alcuni eventi particolari. Purtroppo, nel nostro paese acquistando un litro di benzina ci ritroviamo ancora a pagare le accise per la guerra in Abissinia, le missioni in Libano e in Bosnia, oltre a quelle per terremoti e alluvioni di diverse decenni fa. Non stupisce quindi che il nostro paese sia fra i primi tre in Europa con i prezzi più alti.

Purtroppo dato il numero di fattori coinvolti prevedere l’andamento dei prezzi è praticamente impossibile anche per gli esperti. La cosa certa però è che le tariffe dei distributori continuano a lievitare. A fine 2018, la media nazionale della benzina era di 1,578 euro per litro, mentre il diesel raggiungeva quota 1,506. Recentemente, nei mesi Aprile e Maggio 2019, il costo medio della benzina era di 1,72 euro per litro, e di 1,62 euro per il diesel. Un aumento non di poco, che è stato causato da una pluralità di fattori, tra cui le tensioni fra USA e i paesi esportatori di petrolio.  

L’instabilità dei prezzi è uno dei motivi che stanno convincendo sempre più persone dell’urgenza di trovare nuove fonti di energia. Si pensi alle auto elettriche, su cui le aziende investono ormai da diversi anni, rincorrendosi nella produzione di modelli sempre più performanti. I limiti di questa tecnologia sono ancora tanti, in primis legati all’autonomia, ma la stade sembra quella giusta. Un’altra strada è quella di optare per forme di mobilità green alternative. Si pensi ai mezzi pubblici, ma anche alle biciclette, che soprattutto nell’Europa del nord sono ormai altrettanto diffuse quanto le automobili. A Copenaghen ogni giorno oltre metà della popolazione si reca a lavoro in bici, e la utilizza per tutti gli spostamenti.