Riflessione di Lello Vaccaro
La doppia vittoria Ducati del Gp di Austria è un risultato davvero importante per diversi aspetti. Vero è che il tracciato di Spielberg mi è sembrato piuttosto ideale per le caratteristiche delle due Desmo ufficiali, che hanno sfruttato a pieno le brusche frenate e le tremende accelerazioni, dando paga a Yamaha e Honda. Una vittoria che innanzitutto riscatta, almeno in parte la figura di Andrea Iannone, protagonista spesso in negativo di circostanze che avrebbe dovuto gestire diversamente, ma infondo questi sono i piloti e lo diceva anche Enzo Ferrari. Senza le imponenti personalità e le grandi doti di sensibilità non si può essere piloti e tanto meno campioni. Io credo che Iannone sia un ottimo pilota, lo ha dimostrato in passato e non a caso è arrivato a sedersi su una Ducati e per il 2017 sposerà la causa Brivio-Suzuki. La sua vittoria austriaca è stata costruita con tanti precisi tasselli e forse è davvero la più importante della sua vita finora. Non fosse altro per il coraggio che ha avuto nel partire con una gomma soft al posteriore, che nessuno si è sognato nemmeno di guardare. La Michelin l’aveva dapprima sconsigliata per la gara, poi dopo attenti calcoli ha confermato che si poteva fare e il solo Iannone si è fidato. Male anzi malissimo ha fatto Ducati a sostituirlo per l’anno prossimo con Jorge Lorenzo, molto meglio per noi che nel 2017 vedremo senz’altro una Suzuki più arrembante a caccia delle solite lepri. Importante è stato anche il secondo posto di Andrea Dovizioso che quanto meno è riuscito a concretizzare il lavoro della sua squadra, anche se la pillola da digerire per non esser riuscito a prevalere sul compagno di team dev’essere stata piuttosto amara. Se poi vogliamo metterci un carico da 90 basta guardare la classifica che vede l’ottimo Dovi a debito di 9 punti rispetto all’amico di Belen! Tutti elementi che ci mostrano un proseguo di stagione non facile per il rider #04, ad un evento Supermoto SIC Day ho trascorso più di 1 ora a chiacchierare con lui ed è sorprendente la passione che Andrea ha per le moto. La sua umiltà è seconda solo al suo talento e credo che il rapporto con Ducati sarà per sempre felice. Così come lo è tra Casy Stoner e la rossa, molto merito dei risultati recenti va al lavoro che l’australiano ha svolto sulla GP16. Si era detto fiducioso per la gara di Spielberg, è stato il primo a capire le potenzialità della moto su questo tracciato, nonostante abbia più volte confermato che non gli piace affatto. Poco male, importante è che Casy abbia svolto bene il suo lavoro e abbia dato il suo contributo alla causa Ducati, quella che oggi ci fa godere per il doppio inno di Mameli sul podio austriaco.
Ma è proprio parlando di tricolore che mi sale la rabbia e mi pongo delle domande sul futuro di un’altra azienda, che più di tutte mi sta cuore. I frutti del lavoro di Gigi Dall’Igna hanno dato valore aggiunto al nuovo progetto Ducati e anche alla vittoria in Austria, ora si dovrà tenere duro per confermarsi, ma è possibile che un genio simile sia sfuggito al controllo di un colosso come il Gruppo Piaggio? Già…il Gruppo Piaggio…buoni quelli…se mi fermo a pensare non mi stupisco poi di molto. La più gloriosa casa motociclistica italiana chiamata Aprilia è stata assorbita ormai da tempo da un colosso che produce veicoli a motore ma di plastica e che nulla ha mai visto e compreso del mondo delle gare ma a questo punto mi vien da dire anche della passione per questo sport. Questi vertici sono così lontani dal DNA sportivo che si respira a Noale, che hanno fatto di tutto per distruggerne la potenzialità. Amici appassionati Aprilia ha vinto nella sua storia ben 56 titoli mondiali….56! Si è imposta per decenni tra le 2 tempi 125 e 250 GP fino a quando Honda non ha deciso di spazzarla via dal Motomondiale, imponendo le 4 tempi e i suoi motori!!! Ha dato prova di superiorità costruendo una Superbike che è andata a imporsi nel mondiale di categoria, sorte simile raggiunta nell’iridato di Supermoto. Oggi invece Aprilia si vede al palo nella stessa GP e non riesce più ad ottenere risultati positivi tra le derivate di serie, dove MV Agusta sta facendo addirittura meglio. Oggi la stessa azienda sembra da sola…abbandonata al suo destino…incurante della storia e della gloria vissuta negli anni addietro. Ma come dicevo non mi stupisco più di tanto se vedo i migliori tecnici andare via e se ascolto gli ex dipendenti costretti a dimettersi per le politiche di imposizione dell’azienda Piaggio. I modelli in gamma sono anche belli ed affascinanti ma in Italia non arrivano al cuore dei motociclisti perchè non spinti come si dovrebbe in termini di marketing e comunicazione. La conferma poi arriva ogni anno dai saloni autunnali, dove vengono riproposti gli stessi modelli degli anni precedenti, senza dare alcuna sensazione di progettualità. Povero Ivano Beggio che starà mandando giù bocconi amari, magari potesse proprio lui ricomprarsela e toglierla dalle mani di chi non la merita.