È l’alba, giusto il tempo di trovare aperto il mio fornitore di mozzarelle e via verso Bari, la nave salpa alle 12:00 non c’è tempo da perdere. Al porto mi aspettano i meccanici di Roberto Musi che cureranno l’assistenza a 6 autovetture durante l’Hellas Rally e che gentilmente si sono prestati a trasportare i miei bagagli in cambio di un chilo di mozzarella ahahahah. In questo modo non imbarcherò il furgone, ma solo la moto con un notevole risparmio sul budget, già del tutto inesistente. Sulla nave trovo la gradita sorpresa dei Fratelli Barbieri, colleghi di scorribande nei rally fino a poco tempo fa dediti ai quad, ma dallo scorso anno in moto, hanno perso la nave della sera prima ed hanno recuperato con quella di mezzogiorno che ho preso io. La mozzarella unisce e il viaggio trascorre tranquillo tra aneddoti e abbondanti risate. Finalmente a Patrasso posso salire a bordo della mia moto, faccio da guida ai furgoni che mi seguono, ma sul ponte che collega le due sponde del fiordo greco cominciano i primi problemi, frenando al casello, le pastiglie del freno posteriore si bloccano, cominciamo bene!!! Aspetto qualche minuto, un paio di colpetti sulla pinza e riparto. Giunto al paddock ecco il mio mondo, mi mancava, erano 2 anni che non correvo e onestamente mi mancava!!! Mega camion da Dakar, tendostrutture enormi, colorate con i vessilli degli sponsor, moto di ultimissima generazione seguite da schiere di meccanici e tanti appassionati motociclisti.
Tutti si ricordano di me, abbracci, saluti, grosse pacche sulle spalle e, soprattutto, tanti sorrisi a vedere la mia ELEFRANKENSTEIN, sono subito partite le scommesse su quanti metri, km o tappe fossi riuscito a percorrere, peccato che avevo pochi soldi da investire. Giunge voce dall’hotel delle iscrizioni che i verificatori sono particolarmente severi nei controlli, ho un gran clacson, ma i fari sono china made e il posteriore è delle biciclette a led lampeggiante che sembra rubato da Supercar ahahahah. Con un po’ di timore vado sotto esame, ma scopro che l’ilarità suscitata fa allentare i cordoni della severità e passo indenne le verifiche. Cerco di risolvere il problema al freno ripulendo tutto l’impianto frenante e sembra funzionare benone. Briefing di presentazione, cerimonia di apertura con tantissimo pubblico e si va a nanna a riposare, l’indomani si cominciava con 60km di prova speciale in un giro di circa 190km. Prima tappa, serve un po’ a tutti a prendere confidenza con la gara e i terreni che affronteremo, ma a me serve a conoscere la moto!!! 5..4..3..2..1.. via!!! Parto per la speciale al galoppo, se devo testare la moto, meglio farlo al limite!!! Tempo di fare 3 tornanti, poco meno di un km di gara e il freno mi abbandona, la ruota è bloccata dalle pastiglie che non vogliono saperne di rientrare nella loro sede e sono costretto a fermarmi, cerco di ripararle, ma al passaggio del 4° concorrente dopo di me, decido di escludere l’impianto frenante, svito la valvola dello spurgo e proseguo senza freno!!!
La moto ha un buon freno motore e comincio a prenderci la mano, comincio a risorpassare un po’ di colleghi, mi fermo a soccorrere Ptit Maurice che era caduto con la sua GS1200 e non riusciva a districarla dalle rocce, le tante rocce che avrebbero caratterizzato l’Hellas Rally più duro di sempre. Riprendo il cammino e termino la speciale senza grossi errori di navigazione. Sorpresa di fine giornata il mio tempo in speciale non è male, sono 14° assoluto e 3° della bicilindrici a 30” e bravo Elefrankenstein!!! C’è da risolvere il problema al freno, la 2° tappa parte alle 4:30 e io, in base alla classifica di tappa, parto alle 4:43 a 2 minuti da David Fretignè, pilota ufficiale Yamaha, mio diretto rivale in classifica dei bicilindrici e termine di paragone che mi ha tormentato per tutta la preparazione della mia moto, con i suoi pezzi in carbonio e l’elettronica sopraffina a confronto dei miei pochi mezzi disponibili. Mi ero prefissato di stargli avanti almeno in una prova cronometrata e, con un po’ di impegno, potevo farcela!!! Purtroppo non c’è stato verso di riparare la moto, ho rotto le scatole a tutti i team per un aiuto, ma i pezzi Cagiva non sono così facili da reperire. I meccanici di Roberto Musi si sono mossi a mio favore e a mezzanotte mi hanno mandato a dormire prendendosi loro cura del mio freno, sono andato a riposare tranquillo, conoscendo le loro abilità!!! GRAZIE RAGAZZI!!!
Ore 3:30, la sveglia inesorabile suona e fa il suo dovere, mi vesto in fretta e vado al paddock, purtroppo la vista da lontano non promette bene, due persone inginocchiate alla mia moto che scorrono velocemente tutti i Santi dal calendario. Il freno non si ripara, c’è bisogno di cambiare almeno il tubo che è vecchio di 25 anni e dal quale non si poteva più chiedere niente. Pazienza, anche oggi senza freno, 514km di tappa, 3 prove cronometrate per un totale di 287km, cosa saranno mai??? È notte fonda, ma si parte, i miei led made in china si rifiutano di illuminare la strada ed aspetto il pilota che parte dopo di me per fare la strada insieme, il trasferimento scorre sotto le ruote come il sole tra le montagne e arriviamo alla partenza della speciale che è l’alba, la visibilità è accettabile e il mio pensiero va a Fretignè che mi parte 2’ avanti. Neanche il tempo di farmi scandire i secondi al via che sono già alla caccia del mio rivale, la caccia si conclude dopo appena 13km dal via, l’avevo PRESO!!!, cerco il punto migliore per sorpassarlo ed appena pronto, lo passo e lo distacco con impeto, avrei voluto vedere la sua faccia al mio sorpasso con l’Elefrankenstein… pochi km dopo c’è il guado che ci era già stato preavvisato come difficoltoso al briefing, già 2 moto erano affogate ed era difficile trovare il passaggio sicuro in quelle tanto gelide quanto tortuose acque di montagna (eravamo a 1700mt) chi aveva seguito alla lettera le indicazione del roadbook era rimasto impantanato, bisognava improvvisare, scendo dalla moto e percorro un tratto del fiume a piedi, vedo dove poter passare e torno a prendere la moto, passo indenne il guado e mentre ne esco, sopraggiunge Fretignè, che, nella foga, si impantana, parto a spron battuto e termino la speciale in 15sima posizione che mi permette di essere 9° assoluto nella classifica generale, 2° di classe dopo Francesco Catanese.
Ho preso confidenza col freno mancante e mi diverto a guidare, sogno già la premiazione, il podio finale e mi GUFO da solo… già la seconda speciale è totalmente in discesa per evitare di finire in un burrone scalo violentemente le marce, ma il risultato è che spezzo la leva del cambio… resto in 1° marcia per 25km… uno stress per me e il motore, fortunatamente ho recuperato il pezzo tranciato e al controllo timbro di metà speciale riesco ad inserire almeno la seconda, meno freno motore, ma un po’ di velocità in più… altri 35km ma si può fare!!!!! Andando verso l’ultima prova cronometrata attraverso un paesino e vedo la bottega di un fabbro, busso disperato alla sua finestra, ma l’unica risposta che ho è un’anziana signora che mi strepita contro qualcosa, poi, alla vista del moncone di ferro che avevo in mano, mi spiega qualcosa, ma rigorosamente in greco, non mi resta che ripartire, seguo il roadbook, ma mi perdo, quindi, torno all’ultima nota certa e ripasso davanti alla bottega del fabbro che miracolosamente era tornato!!! E vai!!! mi faccio subito capire e in pochi minuti ripara la leva del cambio con anche un dignitoso rinforzo!!! Ultima prova cronometrata, stava filando tutta liscia, ma riesco a perdermi lungo il percorso in un tratto a velocità controllata a causa di un errore di distanza kilometrica sul roadbook, il risultato della seconda tappa è deludente, appena mitigato dalla soddisfazione del sorpasso ai danni del francese. La classifica è stravolta ma sono riuscito a contenere i danni, resto 2° della bicilindrica, Fretignè diventa 6° a oltre 2 ore di distacco.
Alla partenza della terza tappa ricominciano i miei sogni di gloria, ma torno a gufarmi, al primo rifornimento di giornata, riempio il serbatoio con benzina sporca e la moto non va oltre i 20kmh e se tento di accelerare, si spegne e non vuole saperne di riaccendersi. Le 2 speciali di giornata sono un calvario, sono spesso fermo a pulire i carburatori per cercare di recuperare potenza, ma niente da fare, termino la giornata affranto, esco dalle speciali sorpassato anche dalle auto e mi sento mancare il terreno sotto i piedi, gli pneumatici hanno ceduto e vanno cambiati, il motore si ammutolisce definitivamente e raggiungo il paddock trainato da un quad. Gara finita??? MAI MOLLARE!!! Una giornata storta durante un rally è in preventivo, ieri a Fretignè, oggi a me, 1 a 1 palla al centro!!! Ho spinto tanto la moto, faticato a sistemarla sotto il sole, stressato dai pensieri e la mole di lavoro è enorme per poter rimettere in sesto la moto, mi affido ad un team di meccanici greci che mi cambiano le gomme (la mousse da 18” nel cerchio da 17” l’ho fatta sciroppare a loro) e mi puliscono i carburatori mentre sono a cena, torno speranzoso, ma la moto ancora non va!!! Partenza alle 6:30 e all’1:30 ancora non si trovava la soluzione, dal buio del paddock appare Elias, il meccanico del quad che mi aveva trainato e mi invita ad andare a dormire, Elias vuol dire Sole e fa luce in una notte che per me era diventata troppo buia, torno a prendere la moto e va perfettamente, anche meglio di prima MIRACOLO!!!
La quarta tappa mi vede alla partenza carico come una molla e parto all’attacco, non mi spaventano le discese sulle pietre smosse, i burroni e le mulattiere (sono sempre senza freno posteriore) penso solo a recuperare il gap accumulato il giorno prima. I chilometri della prima speciale scorrono veloci, sento di andare forte, fortissimo, ma la sfiga si accanisce, al km 55 della prima speciale, in un rettilineo affrontato a pieno gas, la moto mi si intraversa e, quando riprende aderenza, mi spara verso il bordo della strada, facendomi sbattere su un grosso masso con il braccio chiuso sotto il manubrio… POLSO FRATTURATO!!! Ma non lo sapevo ancora!!! L’adrenalina in circolo fa da antidolorifico e finisco la speciale con un ottimo tempo 10° assoluto!!! E avevo fatto altri 50km col polso in quelle condizioni… Andando verso la 2° prova speciale il dolore fa capolino prepotentemente, mi auto convinco che non è nulla di grave, che ce la posso fare… MAI MOLLARE!!! Percorro la seconda prova speciale e mi impegno a dare il massimo disponibile, ma non riesco ad andare oltre il 21° assoluto, non fa niente, la rimonta è cominciata!!! A fine tappa i sintomi della frattura sono troppo evidenti, vado in direzione gara per farmi curare, ma non c’è nessuno, sono ancora in montagna e vado in albergo, mentre aspetto la venuta del dottore, mi addormento verso le 6 del pomeriggio e mi risveglio alle 2 di notte… che fare??? Il dolore sembra essere accettabile, vado in direzione gara e praticamente rubo il roadbook della tappa che stava per partire alle 6:30, vado in albergo e mi evidenzio le prove speciali come mio solito fare, deciso a ripartire!!! MAI MOLLARE!!! Alle 4:30 sveglio il mio amico Mauro De Vecchis che segue il rally a bordo della sua ambulanza 4×4 e chiedo aiuto, i sintomi sono quelli di una frattura, mi fa un certificato di pazzia e chiama il dottore responsabile di gara, dopo una 40ina di minuti arriva e mi dice che se lo faccio sotto la mia esclusiva responsabilità, mi fa partire, neanche a chiedermelo e sono col casco in testa, senza freni inibitori e senza freno posteriore la mia gara prosegue!!! MAI MOLLARE!!!
Torno al paddock, sistemo la moto che era stata abbandonata a se stessa dopo l’infortunio e mi preparo a partire, ci sono da fare 400km di cui 270 di prove cronometrate, stringo i denti e parto, anche all’attacco, giusto per non farsi mancare niente!!! Le prove speciali si rivelano come le più difficili del rally, una vera tappa da duri, km e km di pietre, tutti rigorosamente in discesa… una fatica e un dolore come pochi possono immaginare, ma li affronto con lo spirito di chi DEVE arrivare al traguardo, ne faccio una cosa personale, la mia convinzione viene però minata da uno dei pochi km da fare in salita, una mulattiera in salita tutta a pietroni smossi e brecciolino, arrivo impreparato a causa di una volpe che mi aveva attraversato la strada pochi metri prima lanciandosi nel vuoto del burrone come un base-jumper e non ho la spinta necessaria ad affrontare la salita, con conseguente caduta a metà della mulattiera. Situazione tragica moto inclinata verso il basso nel crepaccio della mulattiera, un braccio solo con cui alzarla e nessuno all’orizzonte, faccio appello a tutta la mia forza (della disperazione) e ribalto la moto, la ruoto sul fondo e la lancio in discesa, recupero la posizione eretta e riparto, ce l’ho fatta!!! MAI MOLLARE!!! Finisco la tappa tra le lacrime di dolore, ma sto anche risalendo in classifica, distacco di altri 3’ Fretignè e sono saldamente al 2° posto in classifica, stavolta non faccio sogni di gloria per non continuare a stuzzicare la sfiga e mi concentro ad affrontare l’ultima tappa!!! Arrivo al paddock con la ruota posteriore da sistemare a causa di alcuni raggi spezzati e di tutti gli altri allentati, ma è una cosa che risolvo velocemente con una mano sola, il mio pensiero è dedicato all’ultima tappa da affrontare e decido di andare adagio, dati i distacchi accumulati.
Il risultato è consolidato, ho 26 minuti di vantaggio sul 3° (Fretignè) e l’ultima prova cronometrata è di soli 64km, se non faccio stupidaggini, sono sul podio!!! Rispetto il programma e vado a spasso lungo i 64km dell’ultima speciale, tranne che per gli ultimi 2km che costeggiano un grosso fiume su uno sterratone ben battuto, so di trovare la troupe televisiva e arrivo a cannone a fine tappa!!! La sorpresa più bella è stata quella di trovare una 20ina di persone tra piloti e staff di gara che mi aspettano e mi tributano un minuto di applausi!!! La mia storia di tenacia ha dominato i discorsi del paddock e non ho saputo trattenere le lacrime, stavolta di gioia!!! È stata un’avventura che non dimenticherò mai, disturbata solo dall’assegnazione a mio carico di 36 minuti di penalità ad un controllo di fine tappa, della quale ne sono venuto a conoscenza solo poco prima della premiazione e che mi ha fatto scendere dal 2° al 3° posto a vantaggio di Fretignè, anch’egli autore di una formidabile rimonta dopo le disavventure accadute. Gli obiettivi prefissati, di portare sul podio l’Elefrankenstein e di battere il mio riferimento Fretignè sono stati raggiunti, a caro prezzo, ma ce l’ho fatta!!! Mi piacerebbe che questo mio racconto possa essere d’esempio a quanti si lasciano sopraffare dalle difficoltà che si incontrano lungo il cammino, sia in quello sportivo, sia in quello della vita. MAI MOLLARE!!!
Ugo Filosa