La tecnologia MV non poteva non concepire per la Dragster una serie di dispositivi elettronici per le principali funzioni della moto. Troviamo infatti un sistema integrato di iniezione-accensione denominato MVICS (Motor&Vehicle Integrated Control System), una centralina di controllo motore Eldor EM2.0 e un corpo farfallato Mikuni interamente Ride by wire. Ci sono poi le tre mappature Sport Normal e Rain per la gestione della potenza più una quarta che lascia all’utente la possibilità di personalizzare i parametri a seconda delle esigenze di guida. Compreso il controllo di trazione applicabile su ben 8 livelli.
La ciclistica si avvale della rinomata tecnologia MV che con la sua struttura portante in tubi di acciaio è integrata con piastre in lega leggera di alluminio ed è frutto della logica produttiva che ha ispirato la progettazione di telai ad hoc per ciascun modello MV, storia che si ripete da quando il compianto Massimo Tamburrini creò la F4.
Marzocchi e Sachs si occupano delle sospensioni della Dragster mentre Nissin e Brembo pensano a frenare questa belva che ovviamente trova il suo terreno fertile in questi magnifici tornanti, a patto che li si affrontino con una mappatura già brillante, perchè con la potenza tagliata l’abbiamo trovata un pò ruvida nell’erogazione.
13.490 euro è una cifra importante ma non per l’esclusività di questa moto e di questo brand. Anche perchè la Brutale Dragster 800 è proprio ciò che ti aspetti di trovare su una moto del genere. Potenza, agilità e fedeltà di guida, se proprio vogliamo tenere in secondo piano il tremendo fascino che sprigiona alla sola vista da ferma. 3 marce e via, sei entrato nel mondo MV dalla porta più emozionale, perchè se poi ci si addentra si rischia di restare inghiottiti in una gamma di moto che per ogni modello accende un vortice di sensazioni uniche e totali. Sensazioni che solo MV riesce a scatenare….!