Si è concluso al Mugello il Trofeo Italiano Amatori che ha così laureato i suoi campioni 2013. I nomi che appaiono ora nell’albo d’oro sono quelli del novarese Edoardo Finotti (Ducati) nella classe 1000 Base; del savonese Benedetto Noberasco (Ducati) nella 600 Avanzata; del pescarese Mario Guarracino (BMW) nella 1000 Avanzata; del pontino Giuseppe Cannizzaro (Yamaha) nella 600 Pro e del padovano Marco Sorgato (BMW) nella 1000 Pro.
I vincitori del quinto ed ultimo round stagionale sono stati lo stesso Finotti, Andrea Masarin (Yamaha, 600 Avanzata), Alessandro Semiglia (Ducati, 1000 Avanzata), Massimiliano Troiani (Yamaha, 600 Pro) e Fabio Migliorini (BMW, 1000 Pro). Dopo la pioggia battente delle qualificazioni, tutte e cinque le gare si sono disputate senza pioggia, sull’asfalto inizialmente umido che un sole anche caldo, solo a tratti appena velato, ha progressivamente asciugato. Non è mancato il tradizionale spettacolo offerto dagli Amatori e non sono venuti meno i colpi di scena: basti pensare che in tutte e tre le categorie della 1000 il titolo non è andato al pilota giunto al Mugello in testa alla classifica.
Il Trofeo Italiano Amatori, monogomma Metzeler, va dunque in archivio con un bilancio ampiamente positivo che lo conferma in prima fila nelle formule per non-professionisti. La premiazione dei campioni si terrà all’EICMA di Milano, sabato 9 novembre.
Il testa a testa durato tutto il campionato fra il marchigiano Fabrizio Fiorucci e il piemontese Edoardo Finotti, entrambi su Ducati, si risolve a favore del secondo che si aggiudica la gara conclusiva del Mugello e contemporaneamente porta a casa il titolo della classe 1000 Base.
La gara ha visto due partenze a causa di una innocua ma spettacolare scivolata al primo giro di Umberto Moretti (BMW) che non si ripresenta al secondo start. Anche in questo caso è Fiorucci, partito con il terzo crono, il più rapido allo spegnersi del semaforo con in scia il rivale per il titolo Finotti. I due allungano immediatamente e fanno subito corsa a sé, dietro si mettono in scia il bresciano Alberto Bozzoni (Honda), il reggiano Alberto Baldelli (Ducati) e il friulano Walter Rinaldi (Ducati) che, pur partito con il secondo tempo, è scattato in ritardo al via. In quest’ordine si chiude il primo passaggio che evidenza subito il passo diverso fra i primi due e il resto del gruppo.
Fiorucci e Finotti a metà gara vantano già mezzo minuto sui rivali; la situazione sembra essere cristallizzata, ma il ventisettenne novarese, che ha esordito nelle competizioni proprio questa stagione, dopo due anni di prove libere in pista, prende sempre più confidenza con l’asfalto che si va asciugando, mentre davanti Fiorucci inizia ad avere problemi con l’anteriore e non riesce a prendere margine. La svolta della gara e quindi del campionato al quinto passaggio alla staccata del Correntaio quando Finotti attacca decisamente il rivale, il quale prova a resistere ma prende una sbandata; via libera per Finotti che guadagna subito terreno, incrementando il vantaggio giro su giro fino a chiudere con oltre tre secondi di margine.
Dietro si assiste a una bella lotta per il terzo gradino del podio fra Rinaldi e la wild card Claudio Morganti (Kawasaki), protagonista di una proficua rimonta che coronerà vincendo la volata per terzo posto.
Gara abbastanza condizionata delle scelte compiute dai piloti in tema di gomme, infatti la pista si è andata asciugando e alla fine chi, all’inizio, ha “rischiato” con gli pneumatici da asciutto, nel finale ha avuto ragione.
“Mi ci sono volute quattro gare per imparare, ma alla fine ho vinto” questo il secco commento del novarese Andrea Masarin che si è aggiudicato la vittoria nella classe 600 Avanzata, al termine di una corsa che ha visto alternarsi al comando tre diversi piloti. Oltre al vincitore, anche il bresciano Fabio Zamboni (Yamaha) e il senese Francesco Varanese (Honda).
Non sono mai stati in lotta per le primissime posizioni, invece, i pretendenti al titolo che, alla fine, è andato all’esordiente ligure Benedetto Noberasco (Ducati), finito quinto, mentre hanno disputato una prova abbastanza anonima Gianluca Agostini (Honda) e Alessandro Moncigoli (Yamaha).
Al via è Masarin, partito dalla pole, a prendere in mano le redini della corsa con Alessandro Leo (Honda), Ilenia Faeckl (Yamaha), Massimo Scalvini (Honda), Varanese e Zamboni a inseguire, ma a metà del giro, il bresciano è alle spalle del battistrada e transita in testa alla conclusione del primo passaggio. Dietro Zamboni segue Varanese e poi gli altri che frequentemente si scambiano le posizioni.
Si prosegue così per tre giri, poi Zamboni inizia ad accusare problemi con le gomme e Varanese passa a condurre allungando immediatamente su tutti ad esclusione di Masarin che invece recupera terreno. Dietro la coppia di testa la situazione è molto fluida con piloti che entrano ed escono dalla top five. Fra questi si mette in evidenza l’altoatesina Faeckl che per cinque giri riuscirà a mantenere la terza piazza, prima di cedere nel finale, anche lei a causa della scelta delle gomme.
La svolta della corsa a metà dell’ottavo passaggio quando, dopo vari tentativi, Masarin, con una staccata al limite alla “San Donato”, infila Varanese che prova a tornare in testa, ma il piemontese è velocissimo e in breve si invola verso la vittoria. L’ultimo gradino del podio va al reggiano Stefano Iotti (Kawasaki), capace in soli due giri di risalire dalla sesta alla terza piazza, così come il concittadino Stefano Boselli, anch’egli protagonista di un gran finale tanto da terminare quarto. Quinto Noberasco che vince il titolo e festeggia così, nel migliore dei modi, il primo anno di matrimonio con Francesca.
Vittoria di tappa ad Alessandro Semiglia (Ducati), titolo 2013 a Mario Guarracino (BMW). Questo, in estrema sintesi, il verdetto della 1000 Avanzata, entrata in pista per seconda e disputata sotto un sole sempre più convinto e con la pista spazzata da una ventilazione a tratti sostenuta che non hanno consentito comunque ai 31 partenti di azzardare una scelta di gomme diversa dalle rain.
La lotta per la vittoria non è stata praticamente mai in discussione visto che la wild card Semiglia ha condotto in testa tutti e dieci i giri; in realtà nelle prime battute il quarantenne sanremese ha subito l’attacco di Fabrizio Guercini (BMW), l’altro pilota in lotta per il titolo, che è riuscito anche a sopravanzarlo. Il duello tra i due ha finito per decidere la sfida-scudetto visto che Guercini e Semiglia sono entrati in contatto nel terzo giro all’ingresso della Savelli, il codone della Ducati ha toccato il semimanubrio della BMW provocando la caduta di Guercini e con essa l’addio alle speranze di vittoria del perugino, giunto al Mugello nei panni di capoclassifica.
Da quel momento Guarracino, partito bene e messosi subito nella scia del battistrada, ha badato soprattutto a controllare la situazione, pensando ovviamente al titolo. Per la verità il trentatreenne imprenditore abruzzese non ha mai perso il contatto da Semiglia e si è anche fortemente avvicinato al primo, non velocissimo sull’asfalto asciutto quanto lo era stato nelle qualifiche bagnate, conquistando la pole position; ma ai giri veloci di Guarracino, seriamente infortunatosi ad una spalla nel terzo round di Misano e tornato in buone condizioni in tempi record, Semiglia ha risposto “martellando” dalla settima alla decima tornata, con un ritmo che gli ha permesso di riallungare le distanze. Sul terzo gradino del podio è salito il quarantacinquenne moscovita Aleksandr Tarin (Ducati) che con un ottimo recupero ha risolto a suo favore il confronto con il pistoiese Andrea Vincenzi (BMW), a lungo terzo e non resosi conto di essere giunto all’ultimo giro.
Massimiliano Troiani (Yamaha) coglie nella 600 Pro la prima vittoria della sua carriera, al termine di esaltante duello a distanza ravvicinata con Giuseppe Cannizzaro (Yamaha) e Giacomo Luminari (Honda), mentre è lo stesso Cannizzaro a fregiarsi del titolo, confermando la leadership che aveva conquistato nel quarto round di Vallelunga.
E’ stata una gara bellissima quella della 600 Pro che ha sottolineato il valore della categoria “top rider” del Trofeo Italiano Amatori non solo per la sua spettacolarità ma anche per le doti di guida e la maturità agonistica che hanno messo in mostra i suoi protagonisti.
Spariti gli “anfibi” che avevano monopolizzato le prove, Troiani, Cannizzaro e Luminari fin dalle prime battute hanno salutato il gruppo pur essendo partiti, rispettivamente, dalla seconda, terza e quarta fila; poi se le sono infatti date di santa ragione per dieci giri, rimanendo chiusi in un fazzoletto ma non hanno mai rischiato oltre il dovuto.
Alle loro spalle di una gara strepitosa si è reso protagonista il sedicenne salernitano Alfonso Coppola (Yamaha), già messosi in luce a Vallelunga, che è partito dalla 27.a posizione della griglia, ha rimontato praticamente tutto il gruppo ed ha segnato il giro più veloce, prima che Troiani e poi Canizzaro riuscissero ad abbassarlo ulteriormente, con una velocità massima tra le più basse.
Ma nell’elogio collettivo devono rientrare anche, nell’ordine, Andy Rossi (Yamaha), potenziale pretendente alla corona, che ha rimontato fino al quinto, posto; Manuel Zambelli (Yamaha), che si è imposto nella Over e ringrazia l’ASD Motosport e il meccanico Matteo, ed i vari Nocivelli (Honda), Andolfatto (Kawasaki), Sereni (Yamaha) e Zambino (Triumph) che hanno animato le posizioni di rincalzo. L’umbro Paride Sereni era l’altro rivale di Cannizzaro nella corsa al titolo ma dopo delle qualifiche disastrose sul bagnato, si è comunque battuto con generosità, risalendo dalla 22.a alla 9.a posizione.
Tornando ai primi tre va detto che il trentasettenne romano Troiani ha guidato come mai prima, perfettamente assecondato dalla R6 preparata dalla M2 Racing e dal tecnico Colatosti; Max ha dedicato il successo, conquistato con grinta, alle moglie e ai figli, di cui uno in arrivo.
Il neo-campione Cannizzaro è stato fedele al suo cliché di pilota velocissimo, grintoso e generoso. Vista la situazione il trentottenne poliziotto di Latina avrebbe potuto accontentarsi di “vivacchiare” in coda al gruppetto di testa; invece non si è risparmiato un attimo, ha risposto colpo su colpo, ha attaccato, ha tentato il sorpasso impossibile anche all’ultima Bucine, dunque non ha avuto paura di rischiare, prima di tagliare il traguardo e riempire poi di tenerezze l’amatissimo cane Luna e di rivolgere un ringraziamento alla sua ragazza Alessandra ed ai tecnici della Ohlins Franco e Simone.
Luminari ha sfoderato una prova di lusso che ha gratificato anche gli uomini del team Fast Bikers – AB Service; il trentaduenne lombardo, tecnico di volo all’Agusta, è stato rallentato, proprio all’ultimo giro, da un guasto meccanico che gli ha impedito di tentare il colpo finale, consentendogli peraltro di tagliare il traguardo.
Gara ricca di colpi di scena quella della classe 1000 Pro K-Cup e non solo per l’esito della corsa, che alla fine ha visto sul gradino più alto del podio il toscano Fabio Migliorini (BMW), ma anche per il titolo che è passato di mano numerose volte e che alla fine ha visto il padovano Marco Sorgato (BMW) conquistarlo, per soli due punti, su un indomito Fabrizio Leoni (Honda).
Allo start parte bene tutta la prima fila dello schieramento con il poleman Pierluigi Domenighini (BMW) che mantiene il comando davanti al sardo Libero Peppino Cirotto (BMW), al reggiano Yuri Vacondio (Honda), all’altoatesino Gunther Mueller (Suzuki), al padovano Fabiano Martello (BMW) e al toscano di Prato Massimiliano Storai (BMW).
Si chiude il primo passaggio e le posizioni subiscono un notevole cambiamento, al comando passa Vacondio, davanti al bergamasco Paolo Cannizzaro (Ducati), poi seguono Mueller e un incredibile Fabrizio Leoni, capace di risalire dalla ventiduesima alla quarta posizione e di continuare così a sperare nel titolo, dopo l’eroica prova di Vallelunga, disputata con i dolorosi postumi di una frattura ad una gamba.
A meta del secondo giro cadono Martello e Domenighini, il secondo riparte ma non riuscirà più a recuperare tanto che concluderà ultimo.
Alla tornata seguente passa a condurre le danze Mueller che vi rimarrà a lungo e che vedrà alle sue spalle alternarsi nell’inseguimento Vacondio e Migliorini. Nel gruppo dei migliori continuano a stazionare anche Cannizzaro, Storai e a fasi alterne Sorgato, estremamente interessato alle sorti della gara perché ha a portata di mano il titolo.
Ci si avvicina all’epilogo, con Migliorini che ha una fantastica progressione e nella bagarre riesce ad avere la meglio su Vacondio che sbaglia all’Arrabbiata lasciando via libera al toscano che così va a conquistare la prima vittoria in carriera, dopo tre anni di gare. Dietro le posizioni si rimescolano ancora, con Mueller che la spunta su Lavizzari per l’ultimo gradino del podio. Quinto finisce Sorgato che in brevissimo tempo passa dalla delusione all’incredulità, quando scopre che per soli due punti ha vinto il campionato su Leoni che, a sua volta, per un solo decimo finisce undicesimo alle spalle di Arghittu, avendo occupato la decima piazza fino alla penultima tornata.